Settimo T.se, 28/09/2019

La cultura di prevaricazione, ancora troppo radicata nella nostra società, che non riconosce le donne come persone, si traduce in storie di violenza che possono durare anni e che ha come apice la violenza estrema, il femminicidio, quando alle donne non viene riconosciuto nemmeno il diritto di vivere.

Una donna che vive una situazione di violenza perde i propri riferimenti, perde il controllo della propria vita e del proprio corpo, crede che i maltrattamenti fisici e psicologici che subisce siano esclusivamente causa della propria inadeguatezza.

La nostra associazione, nata come SPORTELLO DI ASCOLTO rivolto alle donne vittime di violenza, ha l’obiettivo di aiutare le donne a superare quei difficili momenti, a ritrovare il proprio equilibrio.

Lo scorso anno abbiamo deciso di partecipare al bando per l’istituzione di nuovi CENTRI ANTIVIOLENZA ed il 31 luglio abbiamo ricevuto la comunicazione ufficiale dalla Regione Piemonte della nostra iscrizione all’albo regionale, Uscire dal Silenzio è diventato quindi ufficialmente un CENTRO ANTIVIOLENZA riconosciuto dalla Regione Piemonte e a partire dal 4 settembre siamo state inserite nella Rete del 1522.

Questo per noi non è un traguardo raggiunto, ma è un punto di partenza per poter aiutare con maggiori risorse e competenze le donne a uscire dalla violenza, per proseguire il lavoro intrapreso da anni nelle scuole e per incentivare le istituzioni ad un impegno costante e attento alla parità di genere.

Vogliamo cogliere quest’occasione per ringraziare il lavoro dell’Assessore regionale uscente Monica Cerutti che tanto si è impegnata perché intraprendessimo questo percorso, la neo Assessora Chiara Caucino che saprà proseguire in modo proficuo il lavoro intrapreso dalla precedente amministrazione.

La Presidente,
Paola Ferrero

Le donne che affrontano un percorso con il nostro Anti-violence center a volte non hanno altra possibilità che portare con sè i propri figli; da questa esigenza Uscire dal Silenzio ha deciso di allestire uno “Children's area” affinché anche i nostri piccoli ospiti possano giocare leggere, disegnare e colorare in piena armonia e sicurezza mentre la mamma, in una stanza vicina, può raccontare alle nostre operatrici la sua storia, senza la preoccupazione che i figli ascoltino, sentendosi così libera di manifestare dubbi e sentimenti.